"...allora sosto a immaginarti le sottigliezze tener fermo un mostro senza voce che prega a candele spente che la smetta di pagliacciare e regali le mani, costrette così a ritornare. Ancora.
Il nord magnetico
a cui piego le mie buffe righe
lo conoscono i fiumi
in cui hai dormito
e raccontano
meraviglie piccolissime
di biancori esondati
e autunni indossati
certe violette per i maghi
e mulini abbattuti con degli aghi.
Com’è breve il viale
che ti porta incontro
-qui si ama da piangere-
-e il falò del bivacco
che sai accendere-
-ti sogno sempre e di rado dormo:
<<Io coi silenzi del buio ti contorno
poi tu volteggi un sorriso, fai giorno,
Medusa di crini e smeraldi
non vomito dolcezze chè son uomo
ma vedrai ti porterò alle aurore
in segreto, non sveglieremo le ore…>>
E invece... Come tutti quei nomi cui nessuno mai risponde, parato dietro un cielo plumbeo di sonnolenza con la colpa a dare le spalle, svestivo i panni di Piramo e nel giorno più corto perdevo l'ultimo treno della notte."